Albergo Cesari

L'albergo Cesari ha sede fin dal 1787 in un antico palazzetto di via di Pietra, nel cuore del centralissimo rione Colonna, zona dalla storia antica ed area di rappresentanza per eccellenza, che ospita, a partire dal 1870 (cioè dalla proclamazione di Roma Capitale del Nuovo Stato Unitario), la maggior parte delle più importanti funzicni di Governo. Si tratta di un rione di estese dimensioni con baricentro nelle adiacenze di piazza Colonna, caratterizzato dall'intreccio complesso dell'insediamento delle istituzioni, della cultura e della vita economica cittadina. Lo stesso albergo è circondato da siti eminenti, sia dal punto di vista storico-artistico che da quello urbanistico: esso si trova infatti a due passi da via del Corso, l'arteria centrale del cosiddetto Tridente, che congiunge piazza Venezia a piazza del Popolo; in posizione praticamente limitrofa al capolavoro urbanistico settecentesco qual è la piccola piazza di Sant'Ignazio; ed in prossimità di piazza di Pietra e dunque di quel che resta del meraviglioso Tempio di Adriano, meglio noto come Hadrianeum. L'albergo Cesari è inoltre circondato da alcuni dei più prestigiosi palazzi romani, la cui mole si erge come una corona attorno all'isolato in cui è incluso l'albergo stesso. In questa zona insistevano alcuni dei più importanti complessi monumentali della città antica: il Serapeo e Liseo, i Saepta Julia, il Pantheon e le Terme di Agrippa, l'Adrianeum, le basiliche Marciane e Matidiae, gli Ustrina (luoghi dove avvenivano le cremazioni imperiali, quelli degli Antonini si sviluppavano al di sotto ed accanto all'area dove fu edificato il palazzo di Montecitorio), oltre alla Colonna di Marc'Aurelio ed all'Obelisco di Psammetico II. Proprio sul luogo dove ha sede l'albergo, fra via di Pietra e via dei Montecatini, Antonino Pio fece erigere un arco in onore del padre divinizzato, quale monumentale accesso alla via Flaminia ed alla grande piazza porticata che circondava il tempio di Adriano (distrutto nel 500, dell'arco sopravvivono due rilievi: uno in Palazzo Torlonia, l'altro in Palazzo dei Conservatori al Campidoglio). Dal Rinascimento l'area subi un primo evidente processo di trasformazione, legato principalmente alla politica papale indirizzata su via del Corso. In questo contesto tra Quattrocento e Settecento sorsero i più prestigiosi palazzi romani, destinati a diventare la nota distintiva del rione. Nell'edificio settecentesco ha sede l'albergo, architettonicamente contiguo al palazzetto nobiliare della famiglia Montecatini; fu rialzato nel 1859, quando era di proprietà di Sebastiano Cesari, che ne affido i lavori all'architetto Francesco Pieroni. In via di Pietra si apre l'ingresso discreto ed elegante all'albergo, che conserva ancora la licenza originale per l'esercizio rilasciata nel 1787 da monsignor Bernardino Ridolfi, cameriere segreto di papa Pio VI. Al Cesari alloggiarono uomini illustri come Gregoriovus, Stendhal, Garibaldi e Manara. Giuseppe Mazzini vi prese alloggio il 5 marzo 1849. Il 9 febbraio era stata proclamata la Repubblica Romana e Mazzini aveva ricevuto da Goffredo Mameli il famoso messaggio: Roma. Repubblica. Venite! Nel 1870 il Cesari era inoltre citato nell'Itinerario di Roma del Nibby, come uno degli undici alberghi degni di questo nome, in linea con una tradizione di discrezione e raffinatezza perpetuatasi fino ad oggi., "Fratelli! , Io vi dirò cose confidenziali come si fa da uomo a uomo, da fratello a fratello. Io non sono oratore affatto, perché ho sempre vissuto nel ritiro, occupato di preparare com'io poteva quella impresa che ora voi compite in azione grande, sublime; ma parlo col cuore, e non ho bisogno di altre parole perché lo crediate. Nell'entrare in questa grande, in questa eterna Roma, ho provato sensi di confusione e di timore alle dimostrazioni ricevute, perché sapeva non meritarle. Voi, popoli, siete più grandi, ma dovete esser grandi anche più di quello che foste finora. , E come io mi sento più forte e migliore qui tra voi, tra i vostri monumenti, tra le memorie del vostro gigantesco passato, voi dovete pensare che in una Roma, gli uomini o devono essere schiavi o grandi; o dormire nel nulla o vivere di tutta la potenza di vita libera, indipendente, sublime che Dio destinava alle sue creature. , E per questo voi non avete bisogno che di due cose: amare ed essere forti., Noi siamo stati finora in un periodo di menzogna, nel quale gli uni gridavano evviva a chi non stimavano, perché credevano di giovarsene, gli altri nascondevano la loro credenza perché dicevano non essere tempo di rivelarla. Oggi, grazie al principio repubblicano reclamato da voi in Roma, noi cominciamo un'epoca nella quale la moralità dev'essere la prima condizione del cittadino, nella quale l'uomo porterà sul labbro quello che porta nel core, nella quale ognuno sentirà la propria dignità e penserà e opererà alla luce del giorno., Amate la Patria, l'Italia: amatevi dall'estrema Sicilia all'Alpi. Se Roma fu grande nel passato colle armi e colla parola, lo fu per l'Italia, perch cercò d'unirla sotto la sua bandiera. Roma ora deve essere grande per conto, per bene di tutta l'Italia, colla virtù dell'esempio; i suoi cittadini repubblicani devono mostrare coll'esempio della conc a, dell'amore e delle virtù, ch'essi sono migliori di quelli che no nella schiavitù. Predicate dunque a tutti gl'Italiani di seguirvi, stringetevi insieme, e non dubitate che Dio sarà con voi, anche quando non abbiate intermediari fra lui e voi quelli che dovrebbero essere tali.", Tre parti del discorso pronunciato da Giuseppe Mazzini al Popolo, da una finestra di questo albergo "Cesari" la sera del 6 marzo 1849 e pubblicato nell'Epoca, giornale quotidiano di Roma, l'8 marzo. ,