Il Portico di Ottavia / The Porticus of Octavia

Il Portico di Ottavia è un grandioso quadriportico prospiciente il Circo Flaminio, l'area da cui partivano i cortei trionfali. Fu costruito dal Q. Cecilio Metello Macedonico in occasione del suo trionfo nel 146 a. C. Al suo interno racchiudeva i due templi di Giunone Regina (179 a.c.) e Giove Statore (131 a.C.). L'edificio fu in seguito ricostruito da Augusto tra il 27 ed il 23 a. C. e dedicato a nome della sorella Ottavia. Fu restaurato da Settimio Severo nel 203 d. C., fase a cui appartengono per la maggior parte i resti attualmente esistenti. Tutta la struttura era sollevata su un alto podio: il quadriportico di m. 119 x 132 includeva oltre i due templi repubblicani, due biblioteche, greca e latina, e un grande ambiente per pubbliche riunioni, la Curia. Sulla fronte era interrotto al centro da grandiosi ingressi monumentali, propilei, di cui rimane visibile quello che affacciava sulla piazza del Circo Flaminio. , Lo spazio interno si configurava come una sorta di museo all'aperto poiché ospitava una grande quantità di opere d'arte, come la Turma Alexandri, le 24 statue equestri in bronzo che raffiguravano Alessandro Magno ei suoi cavalieri, opera di Lisippo. , Nella seconda metà dell'VIII secolo viene costruita la chiesa di S. Angelo che ingloba parzialmente la facciata nord del propileo. Tra il X ed il XII secolo nell'area a ridosso della chiesa si dispongono tombe con le sepolture a più livelli, alcune con lastra di copertura, in muratura o in fossa terragna, spesso multiple, che intaccano la struttura romana e la zona adiacente Successivamente, in seguito anche a importanti rifacimenti della chiesa della fine del '200, le due colonne laterali della facciata, forse lesionate, furono asportate e sostituite con un grande arco in mattoni, affrescato e tutt'ora visibile, che introduceva all'ingresso della chiesa. In età tardo antica e medievale l'area diviene densamente abitata e gli spazi porticati del monumento vengono utilizzati per la vendita del pesce, caratterizzando questa zona come la Pescheria, il principale mercato cittadino che rimarrà attivo fino alla fine dell'800. Nel 1555, papa Paolo IV formalizza nella zona limitrofa la costituzione del Claustro degli ebrei, il 'Ghetto', di cui il propileo del Portico d'Ottavia ne costituiva uno dei limiti: le case del recinto in questa zona si appoggiavano all'angolo occidentale, che appare infatti scalpellato. Negli ultimi decenni dell'800 cominciarono i lavori per l'isolamento del monumento romano furono demolite le strutture del ghetto ebraico, tra cui le case che si addossavano al propileo e vennero separati in maniera quasi definitiva l'edificio romano e la chiesa di S. Angelo. , Didascalie , Sinistra: Una tomba medievale scavata all'interno del propileo. Le tombe sono di varie dimensioni e tipologia: a fossa terragna, scavate nei par pavimental a cassone con pareti in muratura. Le sepolture potevano essere singole o multiple, con più individui sepolti nello stesso loculo. Sono anche presenti ossari di grandi dimensioni. , Il Portico di Ottavia nel XVIII secolo (G.B. Piranesi) L'impianto dell'edificio sacro, la chiesa di S. Angelo in foro piscium, diventa determinante per il mantenimento ed il riuso del monumento romano: questo assumerà nel tempo, spesso contemporaneamente, le funzioni di sagrato, di facciata della chiesa, di area cimiteriale, oltre che di passaggio protetto e luogo di mercato., Cento: La pianta del Portico di Ottavia , Ronstruzione del prospetto (Duban 1827), Destro: Il mercato del pesce al Portico di Ottavia (Prout 1842) , L'area prospiciente il Portico di Ottavia all'inizio del '900 in occasione dei lavori di demolizione del Ghetto ,